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Sébastien Olharan
Sindaco di Breil-sur-Roya dal maggio 2020 e Consigliere del Dipartimento delle Alpi Marittime dal luglio 2021
In quanto sindaco quali sono state le Sue prime azioni il giorno stesso della catastrofe? L'indomani?
Inizialmente mi sono spostato nel paese perché la mattina c'era una tempesta di vento che ha trascinato dei tetti nel centro paese e ha causato parecchi danni. Intensifico la comunicazione sui social ripettendo le principali istruzioni di sicurezza. Di seguito, abbiamo saputo che il trasporto ferroviario era sospeso quindi abbiamo deciso di aprire un centro di accoglienza per i "naufragati del treno" che erano rimasti bloccati a Breil. In parallelo abbiamo comminciato ad evacuare i settori più esposti al rischio tra cui, in un primo tempo, il campeggio. Quindi ecco quali sono state le mie prime azioni svolte principalmente la mattina.
L'indomani, quindi il sabato 3 ottobre, non c'era né acqua né elettricità né telefono. Non avevamo più vie di comunicazione, l'unica strada che potevamo più o meno utilizzare era quella del col de Brouis, il problema è che non era sgomberata. La nostra priorità è stata di sgomberare questa strada per avere un accesso stradale verso l'esterno. Appena la strada è stata liberata mi sono reso a Sospel in macchina per chiamare la prefettura. Sono finalmente riuscito a parlare con la deputata che mi ha messo in contatto con il Primo Ministro , Jean Castex. Gli ho quindi spiegato la situazione e gli ho chiesto di portarci ciò di cui avevamo bisogno vale a dire generatori, acqua potabile per la popolazione, benzina per i macchinari, del cibo e di fare ripartire i ripetitori al fine di avere di nuovo rete per poter comunicare. La nostra seconda priorità è stata di liberare dell'isolamento i quartieri isolati non costruendo dei ponti ma passando dai sentieri e piste sterrate.
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I mezzi messi in atto durante la tempesta Alex sono stati gli stessi in Francia e in Italia?
Per quanto riguarda l'Italia non si sà, non abbiamo avuto informazioni in questo momento. Ciò che sappiamo è che in generale, le autorità italiane si lamentano di non essere state aiutate dallo Stato italiano come lo siamo stati dallo Stato francese. In Francia, un Prefetto delegato alla ricostruzione delle valli è stato nominato, dal lato italiano non hanno avuto niente. In Francia abbiamo beneficiato di una deroga del Prefetto sulla legge dell'acqua per permetterci, durante più di un anno, di fare tutti i lavori nei fiumi, riabilitare le strade sui bordi del fiume, riabilitare le argini senza dover chiedere un autorizzazione o con un regime di dichiarazioni allegerito. Il fatto che gli italiani non abbiano avuto nulla di tutto ciò spiega che la strada all'uscita delle gallerie di Airole sono state ripristinate un anno e mezzo dopo perché sono voluti circa 8 mesi per ottenere le autorizzazioni al titolo della legge sull'acqua.
Abbiamo voluto compilare un fascicolo per beneficiare del fondo solidarietà dell'Unione Europea, ci è sembrato più logico di fare un fascicolo comune Francia/Italia sulla tempesta Alex dato che i due paesi sono stati colpiti. Tuttavia ci siamo accorti che un fascicolo di solidarietà dell'Unione Europea si deve fermare ai confini degli Stati. Quindi ognuno deve fare il proprio fascicolo.
A parer Suo, la catastrofe avrebbe potuto essere gestita in modo diverso? Se si in che modo?
Ci sono sicuramente molte cose che avrebbero potuto essere gestite in modo diverso. Innanzitutto mi dispiace che non fossimo stati più efficaci nello schieramento dei mezzi aerei.
A parer mio in Francia è molto lungo mettere in atto un vero ponte aereo che ci permetta di traspotare tutto ciò di cui avevamo bisogno. Poi, lo Stato ha mobilitato molti mezzi ma non ha abbastanza assicurato la loro coordinazione sul campo. E sopratutto stato il Comune che ha preso a carico la gestione di tutti i servizi compresi quelli dello Stato. Loro stessi erano lì senza ordini e senza sapere veramente cosa dovevano e potevano fare, era un po' difficile da gestire.
Qual è stato il ruolo del Comune nella gestione della tempesta?
Il giorno stesso dell'alluvione il nostro ruolo è stato principalmente preventivo, ho fatto molta comunicazione sui social per spiegare alla popolazione i comportamenti da adottare. Poi abbiamo dovuto gestire le evacuazioni, l'accoglienza delle vittime in palestra, i problemi dovuti all'interuzione dell'elettricità e di rete telefonica etc.
L'indomani ci siamo sentiti abbandonati, ma dopo 24/48 ore molti aiuti sono arrivati. C'erano molti mezzi umani tra cui vigili del fuoco, carabinieri, militari, elicotteri ma anche molto aiuto materiale.
Abbiamo ricevuto molte donazioni che sono arrivate dappertutto: acqua, cibo, vestiti, prodotti d'igiene, beni di prima necessità. Il Comune ha dovuto gestire tutto ciò. Abbiamo iniziato ad accumulare in palestra e, in pochi giorni, è diventata un immenso deposito riempito fino al soffitto dove ogni giorno dei volontari si sono dati da fare affiancati dagli eletti del comune per gestire le scorte e distribuire le donazioni alla popolazione.
Quando l'accesso stradale è stato ripristinato per gli abitanti di Breil, abbiamo caricato delle cassette sui treni o elicotteri con queste donazioni per inviarle nell'alto val Roya. A prendere questo incarico di gestione delle scorte, di gestione del centro di accoglienza al fianco della Croce Rossa è stato il Comune.
Abbiamo anche continuato l'unità di crisi che è un'entità molto importante perché è lì che si riunivano tutti gli attori come i vigili del fuoco, i carabinieri, i militari, la protezione civile, la Croce Rossa, la SNCF, la CARF, il Dipartimento per quasi un mese.
Abbiamo dovuto gestire molte cose alle quali non ci aspettavamo .
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Secondo Lei, dopo gli eventi del 2 ottobre 2020, gli eletti e gli attori implicati saranno in capacità di gestire meglio un'altra catatrofe naturale di questa portata?
Si, ci sentiamo veramente meglio preparati, abbiamo imparato molte cose di tutto ciò che è successo. Anche solo al livello del comune, abbiamo creato una riserva comunale di sicurezza civile : un gruppo di 20 volontari che sono presenti per poter intervenire in appoggio alle forze di sicurezza per gestire la crisi. Inoltre, abbiamo costituito uno stock di letti picot per poter aprire un centro di accoglienza in caso di emergenza. Il Piano Comunale di Salvaguardia è stato riagiornato tenendo conto di ciò che abbiamo imparato dalla tempesta Alex, abbiamo stabilito un nuovo Documento d'Informazione Contro i Rischi Maggiori (DICRIM) diffuso a tutta la popolazione via posta, abbiamo assunto un secondo poliziotto municipale, abbiamo comprato un telefono satellitare, stiamo per istallare una seconda sirena di allarme che coprirà la parte più al Nord di Breil. Stiamo anche istallando una nostra rete di radiocomunicazione autonoma, significa che se domani tutte le reti di comunicazione dovessero mancare, avremmo sempre la possibilità di comunicare tra di noi nel comune con un sistema di talkie-walkie perché stiamo per istallare un repetitore comunale in cima alla Cougoule con le nostre radio e le nostre frequenze e un trasmettitore su pannelli solari. Quindi anche in caso di mancanza importante di elettricità, questo ripetitore continuerebbe ad emettere. Saremo uno dei primi comuni del Dipartimento ad avere questo dispositivo.
Potrebbe descriverci in poche parole come si sono svolte le tre fasi della gestione: prima, durante e dopo la catastrofe per Lei?
Il giovedì pomeriggio il Dipartimento delle Alpi-Marittime è stato dicchiarato in allerta arancione, e il Prefetto ha imposto la chiusura delle scuole e asili per l'indomani. Abbiamo quindi fatto una comunicazione sulla vigilanza meteo a destinazione della popolazione già dal giovedì sera.
Al più forte della tempesta, vale a dire verso la fine del pomeriggio, la diga di Breil-sur-Roya è stata aperta e poco dopo ho fatto un'intervento in diretta su Facebook al fine di avvisare la popolazione. Più tardi, mi sono reso in palestra che, in questo momento, era il centro di accoglienza e poi mi sono spostato sulla parte alta del comune e ho costatato che l'acqua passava già sulla strada dipartimentale all'uscita nord di Breil. Più l'acqua saliva più dovevamo evacuare abitanti tra cui le persone che vivevano nei piani delle case del quartiere dell'Isola. Poi tutto è accaduto in fretta, ho saputo che diverse case erano state portate via, che c'erano 3 metri d'acqua nel paese di Breil, che le vittime nel centro di accoglienza sono passate da 5 a 86, la palestra ha preso l'acqua dal tetto, abbiamo dovuto spostargli nella scuola media, poi verso mezzanotte e mezzo abbiamo perso la rete telefonica. Al più forte dell'alluvione non si poteva far ulla tranne aspettare che l'acqua scenda.
Per quanto mi riguarda non ho dormito, ma quando ci siamo "svegliati" l'indomani mattina non avevamo né acqua né mezzi di comunicazione. In questo momento avevamo 5 potenziali dispersi e un bilancio di 3 morti a Breil, che sono poi stati ritrovati e 1 morto a Tenda. Per quanto riguarda le abitazioni, 8 case sono completamente state portate via e un albergo. Abbiamo avuto una ventina di abitazioni e una decina di locali commerciali allagati fino al soffitto. In seguito ho dovuto prendere 44 decreti d'evacuazione vale a dire fare evacuare 44 beni, riguardava un numero importante di famiglie.
Dal 3 ottobre continuamente, tutti i mezzi sono stati messi in atto al fine di ripristinare il paese e ristabilire i diversi accessi.
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